Descrizione
Nell’amore perverso del Medio Oriente la scommessa non è tanto sul piacere sessuale quanto sull’identificazione. L’incestualità è innanzitutto una questione del clima prevalente nella società, una società dominata dalla famiglia, una famiglia erotizzata, dove il pubblico (non la famiglia) è chiuso alla penetrazione. Molti paesi arabi registrano alcuni dei tassi di matrimoni consanguinei più alti al mondo, in particolare i matrimoni tra cugini di primo grado, che possono raggiungere il 65% di tutti i matrimoni. In Oman, 35 su 1000 neonati presentano gravi difetti congeniti, principalmente a causa della prevalenza di malattie autosomico-recessive.
Partendo da un materiale completamente diverso rispetto all’incesto spirituale dell’Occidente cristiano, vorrei condividere con voi le realtà delle relazioni incestuose nel mondo arabo-musulmano e un’analisi della minaccia che grava sull’identificazione del soggetto. L’intera clinica del Medio Oriente moderno è in realtà legata alla questione dell’identificazione. Infatti, qualsiasi legame stabilito all’interno della famiglia deve necessariamente assumere una forma triadica del tipo padre-madre-figlio, e non binaria attraverso l’esclusione di terze parti, quando un fratello è contemporaneamente fratello e marito, il che porta a una serie di sventure: rivalità insostenibile, identificazione impossibile, psicosi, non tanto come conseguenza del divieto e della sua violazione, quanto della sua assenza.
Tuttavia, vale la pena sottolineare che ovunque l’incesto istituzionalizzato sia presente, ci sono segretezza e sacralità. Quindi, perché l’incesto è idealizzato in alcune circostanze e severamente condannato in altre? Scopriamolo insieme al webinar Est: società dei tabù, società dell’incesto.
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