Descrizione
Il sesto comandamento recita: “Non uccidere!”. Nel 1933, la Società delle Nazioni, antesignana delle Nazioni Unite, le cui azioni successive dimostrarono l’impotenza nel mantenere la pace, chiese ad Albert Einstein e Sigmund Freud di rispondere alla domanda: “Perché la guerra?”. Nelle sue riflessioni, Freud non a caso menzionò il prezzo della castrazione che il soggetto paga per partecipare allo scambio sociale, e che egli modellò sull’esempio del mito edipico. Tuttavia, anche dopo cento anni, il tema non ha perso la sua attualità. E in questa lezione cercheremo di svelare l’essenza della questione su cui si batteva lo stesso Freud, ma in una diversa formulazione: “Perché il terrorismo?”
L’origine etimologica della parola “terrore” deriva dal greco “tromos”. Tromos significa tremare, specialmente per paura. È un’onomatopea, formata dal suono “trrr” emesso da una persona che trema, trepida.
Le riflessioni in cui propongo di immergersi riguardano tre parti principali:
Prima: Le caratteristiche di un atto terroristico;
Seconda: Esiste un profilo clinico del terrorista?;
Terza: Come lavorare con le conseguenze per il soggetto?;
In altre parole, come può la clinica psicoanalitica rispondere a questo fenomeno della civiltà moderna?
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